Sylvia Plath, Tutte le poesie (Mondadori)



"Il mio problema? Non abbastanza libertà di pensiero, freschezza di linguaggio. Troppi cliché e troppe associazioni forzate, annidati nel subcosciente. Poca originalità. Troppa cieca adorazione per i poeti moderni e poca analisi e pratica." (Sylvia Plath, Diari)

La mattina dell'11 febbraio del 1963, esattamente 50 anni fa, Sylvia Plath preparava la colazione per i suoi due bambini, ancora addormentati, nel suo appartamento di Londra. Deponeva sul comodino pane e latte e spalancava la finestra della loro stanza. Poi si recava in cucina, sigillava la porta, infilava la testa nel forno, apriva il gas e si suicidava. Aveva solo 31 anni e non poteva immaginare che, dopo la sua morte, sarebbe stata considerata una delle voci poetiche più potenti del Novecento e che il suo gesto sarebbe diventato il simbolo delle rivendicazioni femministe di mezzo mondo.

Fino alla fine della sua esistenza, la Plath si sentì in bilico tra la volontà di realizzarsi come scrittrice e la necessità di incarnare il modello di moglie e madre chiuso nei rigidi schemi degli anni Sessanta: lo stesso mondo asfittico perfettamente descritto da Richard Yates nel bellissimo Revolutionary Road . Fu un periodo terribile per le donne, specie se intelligenti e ambiziose. La battaglia per l'emancipazione femminile doveva ancora iniziare e il conformismo, i rigidi schemi sociali, l'isolamento in cui si rischiava di precipitare in seguito a disturbi depressivi venivano curati solo a suon di valium e elettroshock, come la stessa Plath ebbe modo di sperimentare.
Oggi più che mai vale la pena di conoscere quest'autrice. Imprescindibili i Diari , le Poesie - appena ripubblicate negli oscar Mondadori con il testo inglese a fronte - e il suo unico romanzo : tutti carichi di pareri illuminanti sulle donne, la maternità, il matrimonio, il tradimento, la depressione e il suicidio. Questo è ciò che Sylvia Plath ci ha lasciato, riassunto in cinque riflessioni.
- Un messaggio rivolto a tutte le donne, da non dimenticare.
Poco prima di suicidarsi Plath scrisse un romanzo profondamente autobiografico, La campana di vetro . Vi narrò la propria storia, utilizzando come protagonista una promettente studentessa schiacciata dalla società newyorkese degli anni Cinquanta. Ancora oggi questo libro è un attualissimo diario di disperazione e proprio per questo rappresenta un invito potente a non arrendersi e a reagire.
Perché nessuno ceda a farsi volontariamente annientare dalla campana di vetro che ci circonda, qualunque essa sia.
- Un modo naturale e nuovo per avvicinarci alla poesia. Quando si leggono i suoi versi è difficile non pensare di conoscere personalmente questa autrice. Il suo mondo è il nostro, perché parla di cose semplici e vere: dalla sensazione che si prova avendo un dito tagliato mentre si affettano le verdure al modo giusto per prendere un bambino per mano, all'allegria dei palloncini tenuti in casa dopo il giorno di Natale. Tante piccole cose, esperienze reali e vicine che appartengono al vissuto di ognuno di noi.
- Un invito a coltivare le proprie passioni, sempre. Sylvia faceva la mamma di giorno e scriveva di notte. Si dedicò strenuamente a realizzare se stessa e, tra mille sofferenze, ci riuscì. Purtroppo non lo seppe mai, ma nel 1982 la sua dedizione le valse anche il premio Pulitzer per la poesia come riconoscimento postumo.
- Un linguaggio potente e preciso basato sulle parole comuni. Le parole utilizzate da questa scrittrice non sono auliche o ricercate. Forse proprio per questo riescono ad essere sempre perfette. Entrano e restano nei nostri pensieri, restituendo immagini precise e indelebili.
- Un registro unico per scrivere e comunicare. Le sue opere sono state un atto d'amore che ha rivoluzionato la poesia e la scrittura. La sua euforia, l'intensità e la forza presenti nelle sue creazioni sono tangibili, scavano nella nostra mente e arrivano dritte a destinazione. E lì restano. Sono un monito contro ogni depressione e ci danno la certezza di aver incontrato una grande scrittrice.

Sylvia Plath,  Tutte le poesie

Recensione di Antonella Sbriccoli


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